La rivendicazione della politica

5 stelle, mille domande e qualche risposta

La ricetta di Pippo Civati

Una riflessione a tutto tondo, acuta e brillante, sullo stato di salute della politica italiana di oggi, sui suoi mali e sui possibili rimedi. A partire da alcuni dati di fondo.

Il 98% dei cittadini italiani (una percentuale prossima agli slogan di Occupy Wall Street) diffida dei partiti. L’astensionismo è dato in crescita, in ogni sondaggio. Chi rifiuta la politica così com’è è bollato come «antipolitico» dagli attuali attori della politica istituzionale. In molti casi, però, chi è fuori dal Palazzo riempie le piazze con parole d’ordine che scivolano troppo frequentemente nel populismo. È possibile immaginare una soluzione diversa, che preveda la riforma del sistema attuale, una sua moralizzazione, senza che si imponga una scorciatoia populistica? È ipotizzabile una profonda trasformazione dei soggetti politici, un ricambio del gruppo dirigente a destra come a sinistra e una maggiore apertura delle strutture rappresentative? Pippo Civati crede di sì. E ci spiega come.

Giuseppe Civati (1975), deputato eletto nelle fila del PD nel 2013, è stato consigliere regionale in Lombardia e dal 2009 fa parte della direzione nazionale del suo partito. Ha dato vita a movimenti di rinnovamento all’interno della sinistra, è tra i promotori di Prossima Italia e si è distinto come voce critica nei confronti della maggioranza renziana. Ha scritto numerosi libri, tra cui Nostalgia del futuro (Marsilio, 2009) e Il manifesto del partito dei giovani (Melampo, 2011) Non mi adeguo (Add, 2013).

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Perché i partiti servono, ma così non funzionano e sembrano farlo apposta. Perché le sfide sono troppo complesse per essere affrontate a botte di slogan e di provocazioni.

Pippo Civati

Quando Grillo promosse il V-day, cinque anni fa, con proposte assolutamente accettabili – limite dei mandati, abolizione dei vitalizi, nessun pregiudicato in Parlamento –, nessuno volle ascoltarlo.
Quando Grillo tentò di iscriversi al Pd, con intenti certamente provocatori, in cui il Pd «cascò» perfettamente, ci si oppose in modo burocratico, mentre la notizia – come qualcuno ebbe già a commentare allora – era semmai che Grillo volesse iscriversi al Pd. Era il luglio del 2009. Le battute si sprecarono. Si arrivò a commentare così: «uno sbadiglio lo seppellirà». Profezia notevole, non c’è che dire. Pippo Civati

Del resto, in tempi di governo di unità nazionale, il dibattito non sembra più delinearsi come contrapposizione tra sinistra e destra, ma come scontro frontale e senza possibilità di composizione tra il fronte della politica e delle cosidetta antipolitica.
Forse è questo, a ben vedere, il più grande successo di Beppe Grillo e dei «suoi». E l’effetto si compone grazie a una serie di errori ripetuti, di crescente consistenza, che sono stati commessi negli ultimi anni e che hanno irrimediabilmente segnato la Seconda Repubblica. Che non ha fatto tesoro dei limiti della Prima, né delle cause che l’avevano travolta ma li ha, per molti versi, approfonditi. Pippo Civati

Dati volume

Autore: Giuseppe Civati

Titolo: La rivendicazione della politica

Sottotitolo: 5 stelle, mille domande e qualche risposta

Contributi di Francesco Astore e Simona Guerra

ISBN: 9788897426264

Collana: Interferenze

Pagine: 113

euro 14,00