Sopracchiamato Gnicche

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La vera storia del bandito Federigo Bobini, sopracchiamato Gnicche

 

I verbali della Forza Pubblica e gli atti giudiziari, con il contributo di quanto ne scrisse la stampa dell’epoca, consentono di raccontare la vicenda del fuorilegge aretino Federigo Bobini, sopracchiamato Gnicche, depurata dalla ridondante aneddotica popolare, in gran parte fasulla, che ne ha creato il mito di cui si sono occupati il cinema, il teatro, la letteratura e i fumetti. 

 

La figura intrigante del bandito, cantato dal poeta popolare Giovanni Fantoni, e la sua notorietà – nella realtà ristretta a poco più di due anni cruciali, fra il 1869 e il 1871 – sono ricostruite in tutti i risvolti meno noti e, in molti casi, inediti. Compreso il «mistero» del suo soprannome. Spesso è lo stesso protagonista che si racconta durante i molti interrogatori ai quali venne sottoposto dai magistrati, in altri casi lo fanno i suoi complici quando vennero portati a giudizio, in altri ancora la stampa, locale e nazionale, del suo tempo. Amici, complici e nemici dai cognomi ancor oggi diffusi nell’aretino; i furti, gli omicidi, le rapine di strada, le vendette che commise e quelli che gli furono attribuiti; la cattura, la rocambolesca evasione e, in fine, le troppe versioni riguardo alla sua morte.

I lati violenti del suo carattere, e di quelli che gli furono accanto, sono seguiti passo a passo per le strade di Arezzo e dei borghi vicini fino all’epilogo della sua e della loro carriera criminale. Insieme al racconto di vizi, amori e di tutto ciò che contribuì alla creazione della sua leggenda che, per quanto deformata, sopravvive ancora oggi.

 


Se io fossi stato l’autore di questo delitto, l’avrei confermato, come ho fatto con altri, perché per me tanto è cento quanto cinquanta.

–– Federigo Bobini

Enzo Gradassi, Arezzo 1950, ha la presunzione di raccontare solo vicende documentate di personaggi reali che, in tempi diversi, hanno lasciato un segno del proprio passaggio ad Arezzo e nel suo circondario. Ha pubblicato per Protagon Editori toscani, Le belle storie aretine di Giovanni Fantoni (1995). Per Il Mio Amico L’ingiustizia assoluta. Memoria di un progetto di vita e della sua distruzione. Gebbia di Civitella in Valdichiana (1998). Per Le Balze, Innocenti. Un eccidio aretino nel 1944 (2006). Per Zona, Sesto senso. Una famiglia ebrea in Casentino (2010). Per fuori|onda, Il cerchio chiuso. Arnaldo Pieraccini, fare un Manicomio da disfare (2012); Sagresto. Sventurato citto (2013); Il Capitano Magro. L’avventura di un giovane aretino da Fiume alle Fosse Ardeatine (2014); Vento (2015); Dispersione (2016). Per Effigi Ci giurammo eterno amore (2017).

Arezzo, zona Porta Buja, via del Bancaccio alle Murate, nei pressi dell’ex convento delle clarisse o Conventaccio

La cosiddetta Torre di Gnicche (gentile concessione di Simone de Fraja)

Arezzo, via dell’Orto. Oggi Casa del Petrarca, fu sede del Drappello di Pubblica Sicurezza e poi della Guardia Regia no al 1926, quando lo stabile venne restaurato secondo la nuova attribuzione

Veduta esterna di Porta Colcitrone (abbattuta nel 1890) in un quadro naïf, presumibile opera del tipografo aretino Giuseppe Cristelli

Arezzo, Palazzo Pretorio. Oggi sede della Biblioteca Città di Arezzo, no al 1926 fu sede del Carcere Circondariale (cartolina acquarellata)

Arezzo, portone d’ingresso del Carcere Circondariale, situato in Palazzo Pretorio

Dati volume

Autore: Enzo Gradassi

Titolo: Sopracchiamato Gnicche

ISBN: 9788897426851

Collana: Stringhe

Pagine: 332

euro 16,00